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Michelangelo, 12 Aprile 1966

 
 

 
             
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Ricostruzione dell'incidente

(disegno di Giuseppe Fariello)

Le riparazioni temporanee a New York

La cabina T-11, una delle più colpite

La vista impressionante dall'interno di una cabina colpita
foto da Bruno Blasi, Roma foto da Bruno Blasi, Roma foto da Bruno Blasi, Roma foto da Bruno Blasi, Roma foto da Saverio Pomposo, Torre del Greco (NA)

 

 

 

Era la mattina del 12 Aprile 1966, la Michelangelo stava procedendo verso New York con 745 passeggeri a bordo.

Quel giorno si sviluppò una tempesta di enorme potenza, molte navi si trovarono in difficoltà, 5 marinai furono spazzati via dal ponte di coperta della nave da carico inglese Chuscal.

Erano circa le 10 del mattino quando un'onda anomala si presentò di fronte alla nave proprio nel momento più sfavorevole per essere affrontata.

Il comandante Giuseppe Soletti, alla sua ultima traversata, deviò verso sud dalla rotta standard, per evitare il centro della tempesta. Venne consigliato ai passeggeri di stare in cabina, per evitare di essere sbattuti per i corridoi. A bordo c'era anche lo scrittore tedesco Gunther Grass con la moglie, e l'ammiraglio Giurati, il presidente dell'Italia Navigazione.

 

Claudio Suttora, il Primo Ufficiale, racconta: "Le onde diventavano sempre più alte e violente, e proprio alla fine di un grande beccheggio ci siamo trovati davanti quell'onda enorme. La Michelangelo, che fino a quel moneto era stata in grado di risalire le onde, infilò dritta la prua in quell'enorme, spaventoso e insuperabile muro d'acqua... nessuno di noi si rese conto di cosa stesse per succedere, quell'onda ci si è formata davanti quasi all'improvviso... per fortuna l'urto non fu così forte da danneggiare anche il timone, così riuscimmo presto a rimettere la nave contro le onde".

 

Claudio Cosulich, all'epoca vice comandante della Michelangelo, racconta:"Quando arrivò l'onda, non ero sul ponte di comando, un'onda precedente aveva scoperchiato una presa d'aria sul ponte di prua ed ero andato con quattro volontari a riparare il danno, per evitare che l'acqua entrasse. Avevamo appena finito e stavamo scendendo una scaletta sotto il ponte... cademmo tutti rovinosamente... fu come incassare in pieno una cannonata da 305 mm."

 

L'onda scavalcò la prua alta circa 18 metri e sfondò le lamiere dalla parte frontale della nave, distanti più di 70 metri dalla cima della prua, e molti oblò spessi quasi 2 centimetri fin sul ponte di comando, a 25 metri dalla linea di galleggiamento.

 

Due passeggeri, che avevano la cabina nella parte colpita dall'onda, morirono quasi subito, un membro dell'equipaggio morì poco dopo. I feriti furono più di 50, 10 dei quali, gravi. Lo stesso Cosulich, che in seguito Cosulich divenne l'ultimo comandante della Michelangelo, riportò una serie di fratture al braccio sinistro.

Poco dopo l'incidente la Michelangelo venne raggiunta da una nave militare americana che fornì assistenza medica supplementare, mentre I medici della Michelangelo lavorarono ininterrottamente fino all'arrivo a New York.

 

A New York la Michelangelo si fermò 3 giorni per le riparazioni temporanee, consistenti nella copertura  della parte colpita, mentre al ritorno in Italia venne adeguatamente riparata e rinforzata, sostituendo le lamiere della parte frontale, fatte in lega di alluminio, con lamiere di acciaio in modo da renderla più resistente in futuro. Lo stesso lavoro venne eseguito sulla Raffaello. Per diminuire il peso delle navi e ridurre il consumo di carburante, l'alluminio era infatti utilizzato per le sovrastrutture di molte navi moderne negli anni '60, così dopo l'incidente della Michelangelo anche altre navi come il France e lo United States ebbero la parte frontale rinforzata in acciaio.

 

Questo fu l'unico grave incidente della storia della Michelangelo e più tardi sia la Michelangelo che la Raffaello superarono senza alcun danno una tempesta di eguale intensità.

 

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Abbiamo raccolto l'eccezionale testimonianza inedita del Primo Ufficiale Claudio Suttora, scritta nel 1991. E' disponibile in questa pagina. Ringraziamo Claudio Suttora anche per averci inviato le immagini in grandi dimensioni che trovate qui sotto,

e la testimonianza di Gian Filippo Zichele, Terzo Ufficiale.

 

Abbiamo raccolto anche la testimonianza di Venanzio Langella, un cuoco che si trovava in servizio a bordo durante quel viaggio.

In questa pagina potete leggere la sua testimonianza.

 

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Articolo dal notiziario dell'Italia Navigazione, che riporta le testimonianze dei passeggeri riguardo all'esemplare comportamento dell'equipaggio della Michelangelo. (Immagine da Giancarlo Criscuolo - Napoli)

 

 

 

 

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 Immagini in grandi dimensioni:

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foto da Saverio Pomposo, Torre del Greco (NA)  
 
 

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