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Membro dell'equipaggio: Venanzio Langella (23/12/1912)
Cuoco a bordo della Michelangelo
Data del viaggio:
12 Aprile 1966
Nave: Michelangelo
Rotta: Genova - New York
Comunichiamo con tristezza che il
Sig. Venanzio Langella è deceduto il 25 ottobre 2008. E' stata la nostra
prima testimonianza raccolta da parte di qualcuno che fosse stato a bordo
durante l'incidente della Michelangelo del 12 Aprile 1966.
Venanzio Langella racconta:
"Era il 12 Aprile del 1966, qualche
giorno prima il comandante Giuseppe Soletti era venuto presso tutto
l’equipaggio per anticiparci gli auguri di Pasqua e ricordo che la sera
prima dell’incidente il mare non era burrascoso, ma il giorno fatidico
dell’incidente alla sveglia mattutina delle ore 5.00, in quanto svolgevo
l’attività di cuoco per la mensa degli ufficiali, il mare era tempestoso. Affacciatomi dall’oblò della cucina ufficiali che era ubicata verso il
centro della prua della nave, vedevo delle onde gigantesche le quali
diventavano sempre più grandi e che ho fotografato nella mia mente immagini
di onde alte come il Vesuvio che si abbattevano contro la nave, dico questo
perché abito proprio alle falde del Vesuvio e nella mia mente è rimasto
associato questo: cioè tante montagne di mare una dietro l’altra che si
avventavano furiosamente sulla nave allora io dico tanti Vesuvi che andavano
addosso alla nave.
Nella mia vita di marittimo (dal 1927 al 1973) non mi era mai capitato di
vedere onde del genere. Mi ricordo che quella mattina lo chef di cucina,
viste le condizioni agitate del mare, per evitare che alcuni cibi potessero
fare male agli ufficiali ci suggerì di preparare dello stoccafisso alla
genovese e frittata di carciofi.
Di tanto in tanto andavo a dare un’occhiata in coperta per verificare
com’era la situazione del mare, ma mi accorgevo che la tempesta peggiorava
sempre di più ed erano le ore 9.00 circa, fatto questo mi recai in cucina
per la preparazione dei cibi.
La mia impressione era quella di uno stato di normalità e senza
preoccupazione, nonostante il maltempo, da parte dei colleghi
dell’equipaggio, perché per noi era quasi normale vivere, a volte, nella
tempesta.
Verso le ore 9.40 circa mi trovavo nella cucina e mi sono accorto che
all’esterno le cose peggioravano in quanto la prua della nave subiva delle
forti inclinazioni e stentava a risalire per il quantitativo d’acqua che
imbarcava a bordo nell’affrontare le onde.
Sia io che il mio collaboratore di cucina cercavamo di mantenerci in
equilibrio per non sbattere a terra, fortunatamente tutto il pentolame era
stato fissato sulle cucine in precedenza per non incorrere in danni. Mi
accingevo a salire in coperta di nuovo per verificare cosa stesse accadendo
perché nonostante sia un lupo di mare con 36 anni di navigazione ebbi un
po’ di paura ed ero preoccupato, sapevo anche che stavamo andando a fare un
salvataggio di una nave inglese che era in difficoltà e che aveva perso 5
uomini di equipaggio per la forte mareggiata in corso; arrivato su, e
precisamente sul ponte lance a lato del ponte di comando, ho visto un’onda gigantesca che è
arrivata a bordo con una tale forza e andandosi a schiantare sotto il ponte
di comando, in quel momento la prua della nave non riusciva ad emergere per
circa 3, 4 secondi oggi detti così, ma nell’evento sembravano interminabili.
In quegli istanti mi sono detto: "Qui moriamo tutti", perché se fosse arrivata
un’ulteriore onda a ridosso di quella precedente, di sicuro non avremmo
avuto scampo e la nave si sarebbe inabissata con la prua.
Questo è stato il mio pensiero sul momento, ma fortunatamente ciò non si è
verificato.
Ripresomi dallo shock e dalla paura ho notato i danni che erano stati
causati dall’onda ed ho visto una profonda rientranza della parte anteriore
bassa del ponte di comando. C’era a bordo dopo l’ondata un silenzio irreale,
evidentemente erano tutti sotto shock.
Seppi dopo che 2 passeggeri erano morti in seguito all’incidente e membri
dell’equipaggio che si erano feriti. Mi ricordo, altresì, che alcuni aerei
andavano e venivano presso la Michelangelo per riscontrare, forse, i danni e
se avessimo bisogno di aiuto.
Mi riferirono che la nave che dovevamo soccorrere affondò con la perdita di
vite umane.
Eravamo a pochi giorni di navigazione dalla città di New York, appena
raggiunta la stessa ripararono alla meglio la parte danneggiata della nave
per affrontare il viaggio di ritorno in Italia, dove avvennero le
riparazioni concretamente.
Questa è la mia dichiarazione di quel viaggio indimenticabile e sbarcai il
4/12/1966 dalla Michelangelo".
Firmato:
Venanzio Langella
Torre del Greco (NA) 04/08/2004
(Ringraziamo il Sig. Saverio Pomposo, amico del Sig. Langella, per avere
personalmente
raccolto la sua testimonianza)
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