|
Passeggeri: Richard
ed Amy Volpe
Date dei viaggi:
5 Luglio 1969 (New York - Genova), 24 Luglio 1969 (Napoli - New York)
Nave: Raffaello
(andata), Michelangelo (ritorno)
Classe: Cabina
Richard A. Volpe racconta:
Il
28 Giugno 1969 io e mia moglie ci sposammo. Come regalo di nozze ricevemmo
dai miei suoceri un viaggio in Europa.
Avevo da sempre una passione per le navi, quindi decidemmo di andare in
Europa in nave, ed a causa dei limiti di tempo saremmo tornati in aereo.
Ripensammo allora a tutti i viaggi transatlantici che avevamo già fatto in
nave e scegliemmo la Raffaello.
Il
5 Luglio 1969 arrivammo in auto al molo 90 sul fiume Hudson a New York per
imbarcarci sulla Raffaello, che sarebbe partita a mezzogiorno. La vista del
fronte della nave che ci veniva incontro era mozzafiato. La Raffaello
brillava sotto il Sole del mattino come se fosse un gioiello bianco. Appena
ci imbarcammo andammo subito nella nostra cabina sul ponte A, la numero 106,
in classe cabina. La mia unica obiezione era la mancanza di un oblò. A parte
questo, per gli 8 giorni che seguirono la amammo come la nostra casa.
Allontanarsi da New York fu stupendo. Stetti sulla poppa a guardare la
statua della libertà sfumarsi all'orizzonte.
Per i 7 giorni che seguirono ci dedicammo esclusivamente alle cose che ci
piaceva fare. Ci piacque la tranquillità dei nostri pasti al ristorante, ci
godemmo la compagnia dei nostri compagni di tavolo ed erano belli gli
incontri nel tardo pomeriggio ed i cocktail prima di cena, sia al bar
Positano che nel salone Rialto.
Mi
ricordo che non appena ti sedevi nel salone Rialto, un cameriere ti portava
un piattino di mandorle spezzettate. Non so
come
venissero preparate queste
mandorle, ma ad oggi sono le migliori mandorle che abbia mai gustato. Ero
completamente affascinato ed ammiccato da questa nave. Potevo passare un
tempo senza fine sulla poppa guardando la scia della nave. Negli anni
seguenti io ed Amy viaggiammo su alcune delle navi più grandi al mondo, fra
cui il Norway e la Queen Mary 2. Nessuna di queste navi creava una scia
larga e magnifica come quella della Michelangelo e della Raffaello.
Come richiesto fummo assegnati al secondo turno del ristorante Ritz, sul
ponte vestiboli. Eravamo seduti con altre 4 persone, tutte singole. Amy ed
io eravamo gli unici sposati. Tutti e 6 insieme ci divertivamo un mondo e
cenare con loro era un evento molto atteso durante la giornata. Il cibo e il
servizio erano eccellenti. Il cameriere del nostro tavolo si assicurava
sempre che avessimo veramente gradito tutte le portate, anche quelle che non
facevano parte del menù.
La traversata dell'atlantico fu favolosa, con cieli blu e mare come il
vetro. Le cose cambiarono quando entrammo nel Mediterraneo. Incontrammo mare
mosso, con onde alte 3-4 metri che facevano dondolare un po' la nave. Trovai
che la cosa mi piaceva!
Amy, vedendo quanto fossi interessato ad ogni aspetto della nave, organizzò
per me una visita in sala macchine. Mi ricordo, ad un certo punto della
visita, davanti all'asse del propulsore anteriore, guardai verso l'alto e
verso il basso. Solo in quel momento mi resi conto di quanto in fondo allo
scafo mi trovassi.
Ci piaceva andare a vedere un film nel pomeriggio sul ponte superiore o
andare a giocare a Bingo in sala Rialto. Anche solo sedersi su di una sdraio
sul ponte di passeggiata coperta, leggendo un libro e guardando il mare, era
un trattamento.
Purtroppo i nostri compagni di tavola sbarcarono ad Algeciras e furono
sostituiti da 2 coppie tedesche che viaggiavano insieme. Parlavano solo
tedesco e molto poco italiano. Io parlavo solo inglese e ancora meno
italiano di loro. Amy, solo inglese. Siccome loro erano coppie di amici, non
avevano barriere di lingue, così noi eravamo esclusi da ogni discussione. I
nostri pranzi e cene avevano cambiato completamente atmosfera. A parte la
compagnia a tavola, il bilancio del viaggio fu meraviglioso, con le fermate
a Napoli e poi Cannes. Non fu possibile scendere per fare una visita a
Cannes, ma a Napoli sì. Facemmo amicizia a bordo con un signore di Napoli
che fu così gentile da farci da guida per una visita alla città. Promise di
portarci in posti "dove i turisti non vanno (o non avrebbero voluto
andare)". E Così fece. Dopo un giorno "interessante" a Napoli ci
reimbarcammo sulla Raffaello per l'ultimo pezzo del nostro viaggio verso
Genova, con una breve fermata a Cannes.
Salpammo quella sera tardi e la vista notturna di Napoli era magica. Il
giorno dopo andammo nell'ufficio del commissario, nel vestibolo Fornarina.
Facemmo il biglietto ferroviario da Genova a Monaco in Germania, per la
seconda parte del nostro viaggio. Avevamo programmato di comprare una
macchina nuova direttamente presso la fabbrica della BMW e, secondo il piano
originale, avremmo girato l'Europa fino alla fine di Agosto.
Dopo un giro di 2 settimane per le alpi svizzere, scendemmo nel nord Italia,
con visite a Venezia, Firenze, ecc.. per finire a Roma. Durante tutto questo
tempo parlammo di quanto ci fossimo divertiti sulla Raffaello e di come
sarebbe stato bello rilassarsi così, ancora una volta.
In quel momento avevamo ancora 2 settimane davanti per scorazzare con la
nostra nuova macchina. Il nostro arrivo a Roma venne accolto da una delle
estati più calde della storia e fine luglio non era il momento giusto per
andare in giro nel primo pomeriggio. Inoltre sia il nostro albergo che la
nostra macchina non avevano aria l'aria condizionata. Decidemmo così di
anticipare il rientro in America a fine luglio.
Passeggiando in via Veneto vedemmo un'agenzia dell'Italia Navigazione che
aveva in vetrina un magnifico modello della Michelangelo. Entrai
nell'ufficio per guardarlo meglio e cominciai a parlare con l'impiegato al
banco. Dopo alcuni minuti di conversazione parlando di quanto ci fosse
piaciuta la Raffaello, gli chiesi quando fosse stata la prossima partenza di
una delle due navi. Mi rispose che la Michelangelo era già partita quella
mattina da Genova, ma che sarebbe ripartita il giorno dopo da Napoli. Gli
chiesi se c'erano ancora posti disponibili e mi disse che c'era una cabina
di seconda classe disponibile sul ponte A, ma era una cabina interna.
Sapendo che sul ponte A non c'erano cabine con oblò, non fece per me nessuna
differenza. Fu molto indaffarato con la mia prenotazione, dopodiché gli
dissi: "Bene, ho una macchina che mi vorrei portare dietro con me". L'agente
passò un'altra ora di telefonate con altre persone e riuscì a trovare un
posto sulla nave per la macchina. Mi disse che dovevo presentarmi
all'imbarco per le 9:00.
Dopo esserci alzati alle 3:30 di notte, arrivammo giusto alle 9:00 al molo
di Napoli.
Amy salì a bordo a controllare se era tutto a posto con la nostra cabina,
mentre io cominciai quella che sarà la più lunga e insolita negoziazione per
imbarcare un'auto. Per farla breve, alle 11:50 , 10 minuti prima della
partenza, vidi le luci posteriori della mia macchina scomparire oltre le
porte del garage.
La negoziazione fu con un lavoratore portuale addetto all'imbarco della
macchina. A Napoli, niente si muove se non "ungi" chi di dovere...
All'inizio, l'addetto portuale mi disse che non parlava inglese e che non
capiva niente del mio italiano. Ma dopo avergli allungato diverse centinaia
di lire miracolosamente iniziò a capire il mio italiano e,
sorprendentemente, anche il suo inglese migliorò.
Firmare tutte le carte e parlare con tutte le persone coinvolte
nell'operazione, portò via un tempo straziatamente lungo. Ogni persona con
cui parlavo aveva lo stesso problema a capire cosa dicevo, ma allungando
qualche lira, il problema di comunicazione finiva. Lo ricordo ancora una
volta, cominciai il processo prima delle 9:00 e la macchina venne imbarcata
alle 11:50, solo 10 minuti prima della partenza.
Quando portai la macchina sulla rampa di accesso al garage, dovetti scendere
per lasciare che un membro dell'equipaggio guidasse la macchina lungo la
rampa, fin dentro il garage. Quando scesi dalla macchina, l'addetto portuale
che era sulla rampa mi disse che mancava una firma su un documento e senza
di quella non mi avrebbero potuto ridare la macchina all'arrivo.
Il membro dell'equipaggio della Michelangelo, che stava aspettando di
portare la macchina su per la rampa, sentì questa frase ed immediatamente
cominciò una forte discussione con l'addetto portuale. Parlavano così in
fretta (ed a voce molto alta) che non potei capire tutto, ma capii che il
membro dell'equipaggio, a mia difesa, disse all'addetto portuale che primo,
quella firma non era necessaria; secondo, che loro mi avevano estorto già
abbastanza soldi. Il membro dell'equipaggio non mi chiese nessun contributo.
Dopo l'imbarco lo cercai a bordo della nave per ringraziarlo per
l'assistenza, ma non lo rividi più.
Quella fu una mattina veramente interessante.
La macchina entrò nella nave da una porta sul ponte A sul lato destro della
nave. La porta era poco più grande di una normale porta di un garage. Credo
che ci fosse una porta uguale sul lato opposto della nave. Queste porte si
aprivano direttamente nel garage.
Il trasporto costò circa 300$. Il maggiore vantaggio nel portare la macchina
con noi fu che potemmo lasciare nel bagagliaio tutto il bagaglio di cui non
avremmo avuto bisogno durante il viaggio. Inoltre, appena arrivati a New
York, potemmo subito prendere la macchina per andare a casa.
Spedire la macchina su di una nave da carico, come avevamo programmato in
origine, sarebbe costato 175 $. In questo caso però avremmo dovuto potare la
macchina al molo della partenza della nave da carico e da lì avremmo dovuto
raggiungere l'aeroporto con tutta la mole dei nostri bagagli appresso. Non
era infatti permesso lasciare nessun bagaglio nella macchina. Inoltre ci
avrebbe impiegato 3 settimane per arrivare a New York, dove saremmo dovuti
tornare a prendere la macchina all'arrivo del cargo. Considerato tutto, il
maggiore costo per portare la macchina sulla Michelangelo, valeva la
differenza di prezzo.
Alle 12:05 Amy ed io eravamo sul ponte lido fuori dal salone Amalfi, a poppa
della Michelangelo, con un drink in mano a guardare la nave riavvolgere a sé
le sue funi e scivolare maestosamente verso il mare. Tornammo in cabina per
cercare il nostro assegnamento ai turni al ristorante. Avevamo il primo
turno ad un tavolo per 6. Il primo turno era assolutamente fuori discussione
per noi e dopo l'esperienza con i compagni di tavola sulla Raffaello,
preferimmo un tavolo per 2. Andai al ristorante Monte Rosa sul ponte
vestiboli e dopo una breve trattativa con il maitre, avemmo il nostro tavolo
per 2 al secondo turno.
La Michelangelo era visivamente più pacata della Raffaello. Era decorata con
colori caldi (marrone, arancione, ecc..), mentre sulla Raffaello c'erano più
blu e verde. Ci piaceva immensamente l'aspetto di entrambe le navi, però la
Michelangelo sembrava essere più classica e riposante alla vista.
L'eccellente servizio che trovammo al ristorante della Raffaello, lo
trovammo anche sulla Michelangelo. Essendo ad un tavolo per due, ci venivano
offerti piatti extra di specialità quasi ogni sera.
Il
viaggio nel Mediterraneo e nei primi 2 giorni nell'oceano furono splendidi,
con mare calmo e cielo blu. Nel terzo giorno nell'atlantico incontrammo una
tempesta eccezionale. La velocità della nave venne ridotta quasi a zero per
circa 6 ore, da quanto il mare sballottava la nave. Quando la nave si
inclinava in avanti, le onde si infrangevano sopra la prua, che sembrava
scomparire per un'eternità. Vennero messe delle funi lungo le zone e i
locali collettivi della nave, ma la maggior parte dei passeggeri se ne stava
in cabina. Io invece passai buona parte della giornata ad andare in giro per
la nave, che sembrava deserta. Credo di non avere visto più di 20 persone in
giro durante tutta la giornata. Stetti a chiacchierare con 2 baristi, Franco
Capone, un altro Franco ed un cameriere di nome Raimondo, nel salone
Manhattan sul
ponte
passeggiata. Uno di noi raccontava storie mentre mi offrivano pesanti drink
"Stinger". Dicevano che quella mistura di Crème de Menthe e Brandy avrebbe
alleviato il mal di mare. Deve avere funzionato, perché quella sera ero uno
di quella manciata di persone ad essere nel ristorante.
Per alcuni mesi successivi, quando la nave attraccava a New York, i due
baristi Franco mi avrebbero chiamavano per trovarci tutti insieme. Amy ed io
li avevamo avuti perfino a cena a casa nostra.
Il bilancio del viaggio fu, come prima della tempesta, assolutamente
meraviglioso.
La mattina dell'arrivo a New York, siccome volevamo vedere l'arrivo nella
baia, ci svegliammo presto. L'arrivo era per le 8:00, così fummo sul ponte
intorno alle 6:00.
Vedere apparire il profilo dei grattacieli di New York attraverso la
nebbiolina del mattino presto, fu un'esperienza che non dimenticherò mai.
Negli anni seguenti io ed Amy viaggiammo su molte altre navi, fra cui la
Queen Elizabeth 2, il Norway, il Rotterdam ed il viaggio inaugurale della
Queen Mary 2, per dirne solo alcune. Ma fra tutti i nostri viaggi in mare, i
viaggi a bordo della Michelangelo e Raffaello rimangono sempre i miei
preferiti.
Il vostro sito è un bellissimo tributo a due navi stupende. Il loro
sfortunato e prematuro ritiro fu veramente un duro colpo al cuore per tutti
gli amanti di navi. Furono, e sono, dolorosamente dimenticate. Voglio
esprimere il mio apprezzamento a voi, per averci dato questo sito.
Rispettosamente:
Richard Volpe.
|
|