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Proprio per limitare il mal
di mare e aumentare il confort dei passeggeri, alcuni transatlantici furono
dotati di sistemi antirollio, così come molte navi di oggi.
In realtà questi sistemi
furono inventati tempo prima per ragioni ben diverse, per applicazioni sulle
navi da guerra. Cercando infatti di limitare il rollio si poteva puntare
correttamente per primi i cannoni e l'artiglieria verso la nave avversaria.
Chi puntava meglio per primo, sopravviveva.
SISTEMI ANTIROLLIO:
Vediamo i vari sistemi,
partendo dal più antico.
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RIPARTIZIONE DEL
CARICO:
risale all’epoca dei Romani, in alcuni casi in cui se ne presenta la
necessità, viene usato ancora oggi. Si tratta di stivare il carico,
soprattutto quando è uguale alla metà della capacità della nave o
addirittura quando è inferiore alla metà stessa, nei ponti più alti e ai
loro lati onde riuscire a creare una sorta di contrappeso nel momento in cui
lo scafo si trova soggetto a movimenti rollanti. Ovviamente questo sistema è
valido anche per il beccheggio, ma è risultato molto più efficace per il
rollio. |
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CASSE ANTIROLLIO: Funziona sullo stesso principio di base del sistema a ripartizione del carico.
In questo caso però il peso è ottenuto tramite
serbatoi appositamente realizzati all'interno dello scafo e riempiti con
acqua od olio minerale, tipo le casse di zavorra usate nei sottomarini,
anziché dalla merce trasportata. Questi serbatoi sono posizionati al centro
o lungo i lati dello scafo e possono estendersi anche per tutta la sua
lunghezza. Lo svantaggio di tale sistema è che venendosi a creare superfici
liquide capaci di muoversi liberamente all'interno del serbatoio, si
riducono notevolmente le proprietà di stabilità dalla nave. |
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ALETTE PASSIVE:
Si tratta di profili leggermente sporgenti a 45° dai bordi inferiori dello
scafo, lungo la parte centrale dello scafo. L'efficacia del sistema aumenta
con l'aumentare della velocità sia dalla nave che del movimento stesso di
rollio. E' il sistema più economico e più utilizzato, anche su barche di
piccole dimensioni, ma è poco efficiente. Nella foto è visibile l'ala
passiva di destra del transatlantico "Cristoforo Colombo", il gemello
dell'Andrea Doria. |
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2 delle 3 trottole a bordo del "Conte di Savoia" in
costruzione e una foto con dei turisti di 1a classe in visita.
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SISTEMA GIROSCOPICO:
Sfrutta il principio fisico del giroscopio, secondo cui una massa
in rotazione offre una maggiore opposizione ad una forza esterna che tenti
di deviarne la traiettoria. E' realizzato con delle enormi "trottole", circa
2 o 3, mantenute in veloce rotazione e il cui asse di rotazione veniva
inclinato a seconda delle indicazioni provenienti da sistema meccanico
sensibile ai movimenti oscillanti, creando un'azione di contrasto al rollio
della nave. Questo sistema fu utilizzato per la prima volta a bordo di una
nave passeggeri, sul transatlantico italiano "Conte di Savoia" nel 1932, il
compagno del famoso "Rex". Il sistema era costituito da tre trottole di 100
tonnellate ciascuna, sistemate verso la zona prodiera dello scafo. Questo
sistema ha però diversi limiti. Lo scafo di una nave mercantile (e non
militare), non è adatto ad ospitare pesi così grandi concentrati in poco
spazio. Carichi così concentrati causano enormi forze di torsione sullo
scafo durante i movimenti di rollio e beccheggio della nave, oltre a
comprometterne la stabilità. Con mare mosso, dallo scafo del Conte di Savoia
provenivano paurosi scricchiolii. Inoltre in condizioni di mare grosso e
irregolare, quando venivano richiesti improvvisi e repentini spostamenti
dell'asse di rotazione delle trottole, il sistema di attuazione non riusciva
a muoverle con sufficiente velocità, il che portava il sistema in controfase,
favorendo il movimento del rollio anzichè contrastarlo. La bassa efficacia,
i costi elevati e i grandi spazi occupati, ne decretarono ben presto la
fine. |
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ALETTE STABILIZZATRICI
ATTIVE:
E' il sistema più
evoluto ed efficace, utilizzato a bordo della Michelangelo e Raffaello, come
su molte navi di oggi. Si basa sulla spinta idrodinamica generata
da una o più coppie di alette che fuoriescono ai lati dello scafo, sotto il
livello del mare. La loro estensione varia da 1/2 a 1/4 della larghezza
dello scafo, con una profondità che va da 0,40 a 1,20 mt. Le alette si
comportano similmente agli alettoni di un aereo, solo che la loro
inclinazione viene comandata da un sensore che rileva l'inclinazione
laterale della nave e le orienta in modo da generare una spinta contraria.
E’ ovvio che la loro efficacia è proporzionale alla superficie ed al
quadrato della velocità del movimento di rollio. Quindi quanto maggiore sarà
la superficie delle alette e quanto maggiore sarà la velocità di spostamento
del rollio tanto più grande sarà l’efficacia delle alette stesse.
Il peso del complesso è
circa 1/4 di quello di un giroscopio stabilizzatore di eguale potenza
stabilizzatrice. Come sulla Michelangelo, Raffaello e Leonardo da Vinci, le
alette possono essere di tipo retraibile, in modo da poter essere ritirate
all'interno scafo quando non necessarie, diminuendo così la resistenza
all'avanzamento della nave e il consumo di carburante. |
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Uno dei 4 stabilizzatori della Michelangelo |
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SCHEMA
DI UNA PINNA ANTIROLLIO RETRATTILE, di tipo "Denny Brown", montata
sulla "Leonardo Da Vinci"
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