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Il servizio della Michelangelo

 

 

 

 

 

 

Nonostante ciò, per molte persone queste tariffe stracciate non furono un incentivo sufficiente per intraprendere un viaggio turistico. Fu presto chiaro per quasi tutti che il mercato del trasporto transatlantico era ormai troppo piccolo per due navi così grandi. Da dopo la fine del 1973 erano rimaste solo 4 navi sulla rotta Europa-Stati Uniti, e ben due di queste erano italiane: la Michelangelo, la Raffaello, la Queen Elizabeth 2 e il France,. Tutte queste navi erano mantenute in servizio grazie al parziale impiego come navi da crociera, ma soprattutto grazie alle sovvenzioni de loro governi. In quegli anni, quei pochi soldi incassati dalle due gemelle italiane provenivano dalle crociere. Oltre agli scioperi degli equipaggi, si aggiunsero anche le  proteste degli armatori privati, che protestarono per l'intromissione dello Stato nel mercato crocieristico del Mediterraneo.

La situazione peggiorò ulteriormente quando cominciò la crisi del petrolio nel 1974. Il prezzo di un barile di petrolio salì da 35$ a 95$ quasi nel giro di una notte. Siccome queste grandi navi avevano bisogno di grandi quantità di carburante, i loro costi di esercizio diventarono enormi.

 

Cruise advertising - Pubblicità della stagione crocieristica

Nel 1974 e 1975 la Michelangelo venne impiegata per gran parte del tempo in crociere, invece che nelle traversate atlantiche. Ma non fu questa la cura salvatrice per lei, nonostante avesse abbondanza di spazio sui ponti scoperti (una caratteristica importante per una nave da crociera), era considerata troppo grande per il mercato crocieristico di allora. A dispetto, nel 1979 il France, la nave più grande del mondo, venne trasformato in nave da crociera con il nome di Norway e divenne molto redditizio.

Come spiegato nella pagina "Progettazione", un problema che impediva lo sfruttamento al meglio della Michelangelo e della Raffaello come navi da crociera (prima di ricorrere a lavori di trasformazione) era la suddivisione interna in tre classi, non idonea ad un uso da crociera. In tale impiego infatti, oltre a rivelarsi una distinzione poco adatta al clima più aperto dei viaggi da crociera, le numerose cabine di classe turistica erano giudicate troppo piccole e spartane per un confortevole utilizzo vacanziero. Venne allora scelto di non utilizzare le cabine di classe turistica nelle crociere.

L'Italia Navigazione tentò di impiegare la Michelangelo in diversi tipi di crociere, dalle classiche ai Caraibi, ai viaggi speciali a Rio de Janeiro, a Capo Nord. Ma nessuna delle rotte provate ebbe successo, così il 26 Giugno 1975 la Michelangelo partì tristemente da New York, per il suo ultimo viaggio verso Genova.

 

Nel 1975, i finanziamenti del governo ammontarono a 100 milioni di lire al giorno, 700 dollari per passeggero trasportato.

Intanto la stampa iniziò a chiedersi perché mai i contribuenti avrebbero dovuto continuare a pagare per mantenere questi "monumenti galleggianti, rappresentanti di un'era ormai finita" e proclamarono che queste navi sarebbero dovute essere affondate anziché sovvenzionate. Il governo annunciò che non poteva più continuare a pagare 100 milioni di lire al giorno per tenere le due Gemelle in funzione e nella primavera 1975 comunicò all'Italia Navigazione che le sue navi non avrebbero più ricevuto alcuna sovvenzione. Questo significò la fine per le due fantastiche Gemelle.

 

La Michelangelo non sarà stata una nave redditizia, ma fu molto apprezzata dalle persone che viaggiarono sui transatlantici. Durante il suo ultimo viaggio trasportò ben 1.202 passeggeri, probabilmente il suo record negli anni '70, tutti vollero devolverle un ultimo tributo. Il suo ultimo viaggio fu ben lungi dall'essere un addio brillante e solenne, la biblioteca e la lavanderia di bordo erano chiuse durante l'intero viaggio, le sigarette e le bevande alcoliche finirono, i negozi erano chiusi, l'aria condizionata venne spenta in mezzo all'Atlantico, il servizio di bordo era approssimativo e inefficiente, insomma tutto il contrario di quello che la rese famosa. Inoltre, accessori e suppellettili incustoditi andarono a ruba, prelevati dai passeggeri che non volevano rinunciare ad un ultimo souvenir. Prima ancora che i passeggeri potessero lasciassero la nave l'equipaggio incominciò a smontare e impacchettare la posateria e tutta le ceramiche. 

Il 12 Luglio 1975, il capitano Claudio Cosulich guidò per l'ultima volta la Michelangelo dentro il porto di Genova e l'attracco ben riuscito venne salutato da voci che acclamavano gridando "Bravo capitano!" sia da bordo, sia dalle migliaia di persone che accorsero per assistere dal molo.

 

Michelangelo

Così dopo soli 10 anni di servizio, 121 traversate atlantiche e 245.839 passeggeri di linea trasportati, la più prestigiosa unità di bandiera italiana ammainò la bandiera.

Dopo un breve periodo trascorso a Genova, la Michelangelo venne posta in disarmo nella baia di Portovenere a La Spezia, dove venne raggiunta poco tempo dopo dalla gemella Raffaello, malinconicamente vicine ai famosi cantieri demolitori situati proprio in quella zona. ma non era ancora arrivato il momento della loro demolizione.

Rimasero a lungo in attesa di compratori e caddero nell'occhio di molte compagnie di navigazione, la maggior parte delle quali le giudicarono però troppo grandi, tanto per cambiare. Bisogna infatti considerare che negli anni '60 e '70 il mercato crocieristico non era sviluppato e recettivo come quello di oggi. Una crociera era un po' uno status symbol, pochi potevano permettersi il lusso di una vacanza simile. Per questo motivo le navi da crociera più grandi di allora, non superavano le 30.000 tonnellate di stazza.

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