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Testimonianze dei membri dell'equipaggio

 
 

Rolando Sorrentino

(Fuochista, Torre del Greco - Napoli)

 
 

 

 

Membro dell'equipaggio: Rolando Sorrentino (nato a Torre del Greco il 17/6/1931)

 

Mansione: Fuochista addetto alle caldaie

 

Nave: Raffaello

 

Periodo a cui si riferisce la testimonianza: consegna della Raffaello in Iran

 

 

 

 

 

     Rolando Sorrentino racconta:

 

 

“Durante il periodo di crisi del settore marittimo negli anni ’70 la società di navigazione “Italia” vendette le sue navi ammiraglie Michelangelo e Raffaello all’Iran per essere utilizzate come navi caserme. Fui comandato dalla società ad imbarcare sulla nave Raffaello, a Genova il 29/04/1977 per consegnare la nave ai nuovi acquirenti e pochi giorni dopo partimmo con destinazione Iran, porto di Bushire e arrivammo all’incirca 15 giorni dopo. La mia mansione di bordo era fuochista (addetto alle caldaie).

 

Nel corso della navigazione, a bordo, l’atmosfera tra l’equipaggio, (circa 26 - 27 persone), era triste e malinconica in quanto eravamo consapevoli che una volta portata la nave a destinazione si traduceva, in realtà, la perdita di questa meravigliosa nave svenduta agli iraniani per uso di caserma militare. La nostra preoccupazione era anche quella consapevolezza di avere perso posti di lavoro.

 

All’arrivo a Bushire, attraccata la Raffaello, è salita a bordo l’autorità iraniana ed è stata consegnata la nave da parte del nostro comandante e ricordo con profonda commozione l’evento dell’ammaina bandiera italiana dove tutto l’equipaggio si emozionò, versando qualche lacrima e contemporaneamente avvenne l’alza bandiera iraniana.

 

Il nostro compito a bordo era quello di tenere la manutenzione della nave, affinché tutto fosse efficiente ed insegnare agli addetti ai lavori iraniani come manutentare la nave.

 

Trascorso un mese, dalla consegna della Raffaello, sbarcai e partito per l’Italia. Tre mesi dopo ritornai di nuovo a bordo della Raffaello e già notavo che l’atmosfera era diversa rispetto ai primi mesi tra l’equipaggio e i militari iraniani, in quanto loro si sentivano superiori a noi e la sensazione era come se fossimo degli intrusi; e a bordo c’era un clima di diffidenza e di malessere generale, intanto per la tensione esistente a bordo e la nuova situazione venutasi a creare l’equipaggio reclamava presso la società Italia.

 

Dopo il mio periodo di imbarco, di tre mesi circa, ritornai di nuovo in Italia, per poi reimbarcarmi, dopo aver usufruito del mio periodo di riposo, ancora sulla Raffaello. Feci questo dal 1977 fino al 29/03/1980.

 

L’ultimo imbarco che feci dal 15/06/1980 all’11/08/1980 è stato sulla nave Michelangelo che si trovava ancorata sempre in Iran a Bandar Abbas. Qui l’atmosfera a bordo era la stessa della Raffaello, l’unico vantaggio era quello che la Michelangelo era attraccata in un porto più vicino alla città a differenza della Raffaello che si trovava più vicino ad una zona desertica, insomma di mesi in mesi feci la spola tra la Raffaello e Michelangelo fino a quando l’autorità iraniana e più precisamente i soldati che stavano a bordo ci minacciarono di andare via e avvenivano anche atti vandalici nei nostri confronti come distruzione di parte delle nostre cabine, aggressioni verbali ecc. insomma un clima intimidatorio, anche perché gli stipendi nostri venivano pagati dall’Iran ma il tutto passava tramite la ns. società. Perciò loro una volta pensato che il loro personale si fosse formato attraverso la ns. esperienza volevano mandarci via per risparmiare sulle spese.

 

Dopo le ns. lagnanze fatte alla società Italia di come venivamo trattati, la stessa decise di fare rientrare tutto il suo equipaggio, tramite il Consolato Italiano.

 

Finché siamo stati noi a bordo tutto funzionava bene, ma nel momento in cui abbiamo lasciato le navi senza la ns. competenza è andato tutto in rovina, la Raffello incominciava ad imbarcare acqua da sotto la carena e col tempo si è arenata, poi seppi affondata per la guerra in corso, mentre  la Michelangelo è andata in disarmo a Karachi.

 

Nel momento in cui lasciai la Michelangelo, ultimo mio imbarco sulla stessa, ebbi un gesto di rabbia; nello scendere dallo scalandrone della nave gettai in mare la chiave della mia cabina come un senso di liberazione dicendo tra me e me tanto qui non torno più, adesso mi dispiace di aver gettato la chiave perché avrei potuta tenerla per ricordo, ma il ricordo più bello e quello di aver navigato con le due più belle navi italiane quando solcavano gli oceani nei viaggi di linea in America e nelle crociere.

 

Questa e la mia dichiarazione di vita vissuta sulle navi che amavo di più della Società Italia di Navigazione”.

 

 

 

                Firmato

 

        Rolando Sorrentino

 

 

Torre del Greco (NA) 22/12/2004           

 

(Ringraziamo il Sig. Saverio Pomposo di Torre Del Greco (NA) per avere raccolto questa testimonianza)

 

 

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