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Racconti dei passeggeri

 
 

Corrado Cattonar

(Trieste)

 
 

 

Passeggero: Corrado Cattonar

 

Date dei viaggi: Giugno 1973 (andata), Settembre 1973 (ritorno)

 

Nave: Raffaello

 

Classe: Turistica

 

Rotta: Italia - New York / New York - Italia

 

 

     Corrado Cattonar racconta:

 

 

"Nel 1973, avevo 10 anni e andare in America a trovare gli zii, con la nave ammiraglia Italiana, era senz’altro un’avventura eccezionale e fantastica per un bambino di allora.

 

Di quel viaggio, infatti, ho dei ricordi bellissimi e li rammento come uno dei più bei momenti della mia vita.

Devo premettere che a bordo mi sentivo come un passeggero un po’ speciale, in quanto mio padre e mio zio facevano parte dell’equipaggio e per questo motivo mi sentivo coccolato, un po’, da tutto il personale di bordo.

 

La mia cabina era la B64 di classe turistica, questo però non mi impediva di girare sulla nave anche negli spazi riservati alla classe cabina e Ia classe ed anche nelle strutture di cucina riservate al solo equipaggio. Raramente fui fermato, ma se accadeva dicevo solo di essere il figlio del cameriere o che andavo in riposteria da mio zio; ogni mattina infatti mi recavo da lui per fare colazione. La riposteria della Raffaello, era il luogo, di supporto alla cucina, nella quale venivano preparati i dessert, la frutta (le macedonie), i salumi e i vini. Ricordo il lavoro paziente ed accurato di quei "maestri" nel far assomigliare le varie portate in piccole opere d’arte.

 

Una sera assistemmo alla Santa Messa nella magnifica cappella della Raffaello, fu per me un altro momento emozionante quando il sacerdote mi chiamò a fare il chierichetto. Ricordo il mio imbarazzo quando lessi una lettura e credo sinceramente che i presenti abbiano capito molto poco di quello che sussurravo.

 

Nel grande e lussuoso cinema, capace di contenere ben 500 persone, ricordo di aver visto alcuni film, ma uno in particolare, di genere western mi è rimasto impresso nella mente che si intitolava: "Vamos a matar companieros", che era di produzione Italiana.

 

I viaggi, sia in andata che nel ritorno, furono complessivamente tranquilli e sempre con il bel tempo. Nel tratto tra Cannes e Barcellona il mare era un po’ mosso e quella mattina parecchie persone soffrirono il mal di mare compreso il sottoscritto.

Il giorno prima di arrivare a New York incontrammo un po’ di nebbia e quella mattina, ad intervalli regolari, la potente sirena emetteva dei lunghi suoni per segnalare la nostra presenza alle altre navi. L’arrivo a New York fu uno dei momenti più emozionanti dopo 5 giorni di solo mare, il ponte Da Verazzano con la statua della Libertà seguiti dalle Twin Tower sembravano venirci incontro ad accoglierci.

 

Prima di arrivare al molo dell’Italian Line incontrammo all’ormeggio il transatlantico France, che era più grande della Raffaello, ma che certamente non aveva la grazia estetica della nostra nave.

Nel viaggio di ritorno era prevista la sosta a Napoli ma a causa dell’epidemia di colera scoppiata quell’anno in città la nave fu dirottata direttamente a Genova, e i passeggeri e l’equipaggio si dovettero recare obbligatoriamente all’ospedale di bordo per sottoporsi alla vaccinazione.

 

Nei giorni di permanenza a bordo, ho girato in lungo e in largo la nave ma il luogo che, sicuramente, mi ha colpito di più è stato il ristorante "Excelsior" della Ia classe, nel quale poco prima della partenza da New York io e mia madre abbiamo salutato, in un breve ricevimento, i nostri parenti residenti negli Stati Uniti.

 

La Raffaello concluse la sua carriera nel 1975 chiudendo una pagina di storia italiana. Il mio sogno sarebbe che qualcuno vada a recuperare l’ancora di questa splendida nave che si trova affondata nel basso fondale del porto iraniano Bushire, per farne un monumento alla Marineria mercantile italiana. Il mio sarà solo un sogno?"

 

Corrado Cattonar

 

(Trieste)

 

 

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